








27 giugno 2013 Jessica Pulizzi assolta dal reato del sequestro di Denise Pipitone
AGI) - Trapani, 27 giu. - "Noi non smetteremo mai di cercare Denise. Mia figlia deve essere trovata". Lo ha detto Piera Maggio, madre della bambina scomparsa a Mazara del Vallo nove anni fa, dopo l'assoluzione della sorellastra Jessica Pulizzi dall'accusa di sequestro
Il Tribunale di Marsala (Trapani) ha assolto Jessica Pulizzi, unica imputata del sequestro di Denise Pipitone, la sua sorellastra scomparsa il primo settembre del 2004 a Mazara del Vallo (Trapani). I giudici hanno inflitto due anni all'ex fidanzato di Jessica, Gaspare Ghaleb, che era imputati solo di false dichiarazioni al pm. Per Jessica Pulizzi la Procura aveva chiesto 15 anni, il massimo della pena, e per Ghaleb 5 anni e 4 mesi. Furiosi i genitori di Denise. "Non c'e' giustizia". Sono le uniche parole con cui Pietro Pulizzi ha commentato l'assoluzione della figlia, Jessica, dall'imputazione di concorso in sequestro dell'altra figlia, Denise e nata dalla sua relazione extraconiugale con Piera Maggio. La donna ha commentato distrutta: "A Berlusconi vengono dati 7 anni. Qui per il sequestro di una bambina la persona viene assolta nonostante indizi univoci e convergenti - ha detto Piera Maggio -. Non credo piu' nella gistrizia". Poi ha aggiunto: "Oggi Denise e' stata nuovamente sequestrata. Non smetto e non smettero' mai di dire che Jessica e' colei che ha sequestrato Denise e che l'entourage la ha coperta. Oggi non credo piu' nella giustizia. Sono adirata. C'e' qualcuno che ha impedito di fare giustizia, ma non posso dire chi". Piera Maggio, madre della bambina scomparsa Denise Pipitone, non accetta la sentenza assoluzione di Jessica Pulizzi, dall'accusata di avere sequestrato la sorellastra, e nel Tribunale di Marsala parlando con i giornalisti usa parole durissime: "Denise e' diventata una questione di carriera per alcune persone. Quando alcuni andranno in pensione mi daranno ragione per quello che penso".
Il Tribunale si era ritirato in camera di consiglio alle 11 di martedi' dopo un processo durato tre anni e mezzo.
L'assoluzione e' stata pronunciata dal Trinunale, presieduto da Riccardo Alcamo, in base al secondo comma dell'articolo 530 del codice di procedura penale, cioe' perche' "manca, e' insufficiente o e' contraddittoria la prova che il fatto sussiste, che l'imputato lo ha commesso, che il fatto costituisce reato o che il reato e' stato commesso da persona imputabile". Jessica Pulizzi, che oggi ha 26 anni e ne aveva 17 quando la sorellastra Denise scomparve, non era in aula al momento della lettura del verdetto. C'era invece Piera Maggio, madre di Denise, che si era costituita parte civile assieme a Piero Pulizzi, padre di Jessica e di Denise, nata da una relazione extraconiugale. La tesi della Procura, non accolta dal Tribunale, indicava il movente del sequestro proprio nel rancore di Jessica Pulizzi nei confronti della donna che le aveva sottratto l'affetto del padre.
LA MADRE ACCUSA, QUALCUNO HA IMPEDITO FARE GIUSTIZIA
"Oggi Denise e' stata nuovamente sequestrata. Non smetto e non smettero' mai di dire che Jessica e' colei che ha sequestrato Denise e che l'entourage la ha coperta. Oggi non credo piu' nella giustizia. Sono adirata. C'e' qualcuno che ha impedito di fare giustizia, ma non posso dire chi". Piera Maggio, madre della bambina scomparsa Denise Pipitone, non accetta la sentenza assoluzione di Jessica Pulizzi, dall'accusata di avere sequestrato la sorellastra, e nel Tribunale di Marsala parlando con i giornalisti usa parole durissime: "Denise e' diventata una questione di carriera per alcune persone. Quando alcuni andranno in pensione mi daranno ragione per quello che penso".
IL LEGALE DELLA MADRE, C'E' ANCORA UNA BAMBINA DA CERCARE
"Non dico che non c'e' giustizia. Siamo solo al primo grado e abbiamo l'esempio di altri processi come quello sul caso Garlasco in cui si e' dovuto attendere la Cassazione per avere un po' di luce. Solo che a Garlasco c'e' stato un omicidio, mentre qui c'e' una bambina che e' stata rubata. Lo ha detto l'avvocato Giacomo Frazzitta, legale di parte civile per Piera Maggio, la madre di Denise Pipitone, dopo l'assoluzione della sorellastra Jessica Pulizzi, unica imputata del sequestro.
"C'e' una bambina da cercare", ha aggiunto Frazzitta, che ha proseguito: La Procura di Marsala avra' ancora voglia di cercare questa bambina? Chiedetelo al procuratore capo Alberto Di Pisa". "Noi - ha proseguito il legale - esorteremo sia la Procura di Marsala sia quella generale della Corte di Appello di Palermo, con la quale abbiamo gia' tenuto un colloquio, ad attenzionare questa sentenza e ad appellarsi". Frazzitta ha lamentato l'assenza in aula del procuratore di Marsala alla lettura della sentenza: "La sua presenza l'avremmo gradita -ha detto l'avvocato- ci sono delle cose non scritte nel codice di procedura penale, ma che si dovrebbero sentire". L'avvocato ha poi ricordato che per la scomparsa di Denise c'e' un'altra indagine aperta, e ha sottolineato: "Non vorrei che questa assoluzione avesse un effetto boomerang sull'indagine parallela che vede indagati Anna Corona, madre di Jessica, e altri. C'e' ancora un giudice che deve decidere su una richiesta di archiviazione". E Piera Maggio, sconfrontata e sfiduciata, ha ribadito: "C'e' qualcuno che vuole catapultare in fondo al fiume questo procedimento".
DENISE: PROCURATORE, PROBABILE L'APPELLO E INDAGINI PROSEGUONO
"Attendiamo di leggere le motivazione della sentenza, ma e' probabile che ricorreremo in appello", ha dichiarato il procuratore capo di Marsala (Trapani) Alberto Di Pisa, dopo l'assoluzione di Jessica Pulizzi. "Per noi -ha proseguito Di Pisa- c'era una serie di indizi gravi, univoci e convergenti, cementati da una casuale importante e uniti alla mancanza di un alibi. Ma evidentemente il Tribunale ha ritenuto diversamente".
Il magistrato ha assicurato che "le indagini per ritrovare Denise proseguono. Non sono mai cessate". Riguardo al prosieguo dell'attivita' investigativa, il capo della Procura ha aggiunto: "Continuano ad arrivarci segnalazioni di bambine somiglianti a Denise su cui puntualmente abbiamo condotto degli accertamenti che hanno dato pero' esito negativo. E ci sono due procedimenti paralleli". Con un riferimento indiretto alla polemica sollevata dalla parte civile, Di Pisa ha poi affermato: "E' stato fatto tutto quello che era umanamente possibile. Quella che si definisce inerzia e' in realta' segreto istruttorio. L'aggressione mediatica ha fatto piu' danni che altro, forse sarebbe stato meglio un po' piu' di riservatezza". Riguardo infine alla sua assenza in aula al momento della lettura della sentenza, sottolineata dall'avvocato di Piera Maggio, Giacomo Frazzitta, Di Pisa ha replicato: "Quando mai si e' visto un procuratore capo in aula? Non ne vedo il motivo".